Avanti tutta col riciclo!

Mar 22, 2022 | articolo | 0 commenti

CO2 ????????e H2O???????? : emissioni di anidride carbonica e risparmio idrico sono fattori alla base dell’ecosostenibilità.
Le produzioni che recuperano materiali sono senz’altro meno impattanti sull’ambiente rispetto alle produzioni tradizionali e RICICLI è da oltre 10anni che si impegna in questo.
Ti sei mai chiesta/o quanti litri di acqua vengono consumati per realizzare un cappotto?
Se 2700 sono i litri d’acqua utilizzati per l’intero ciclo produttivo di una semplice T-shirt,
ci siamo chiesti, noi di RICICLI, quanti NON ne utilizziamo per la realizzazione dei nostri prodotti dal momento che alla base della produzione vi è esclusivamente ciò che è già stato prodotto da altre aziende e che sarebbe destinato allo smaltimento.
E lo stesso quesito ce lo siamo posto anche per le emissioni di CO2.


Questa ricerca ci ha lasciato senza parole ma con ancora più voglia di gridare al mondo che RICICLI È DIFFERENTE.
Purtroppo l’industria tessile non solo è la 2° più inquinante (dopo la petrolifera) perché utilizza procedimenti ad alto impatto ambientale, con un grande spreco di energia, tanto inquinamento ma le fabbriche, trasferite per la maggior parte nei paesi in via di sviluppo dell’Asia, adottano standard sociali che lasciano molto a desiderare. Estrazione, lavorazione e commercio sono le fasi di produzione che accomunano diversi materiali tra cui il cotone che compone le nostre t-shirt. Il viaggio di questa materia prima, dal produttore al negozio, è molto lungo e costellato da un dispendio idrico folle: dalla raccolta nei campi alla lavorazione, che comprende processi come la cardatura, la filatura, la tessitura e il candeggio, la quantità media d’acqua che occorre per ottenere 1kg di tessuto finale è pari a 11.000 litri d’acqua.
Acqua che, considerando la sola composizione della pianta del cotone, proviene dall’irrigazione dei campi (45%), dalla pioggia evaporata durante la crescita della pianta (41%) e dai procedimenti legati alle acque reflue dovute all’utilizzo di fertilizzanti e prodotti chimici. Il cotone è infatti una monocoltura e richiede ingenti quantità di acqua (piovana o artificiale) che viene poi inquinata dai metodi di coltivazione tutt’altro che naturali.
Ma gli sprechi idrici non riguardano solo le magliette: lo stesso discorso vale ad esempio per il caffè (per una tazza occorrono 140 litri) o della carne rossa (per 1kg di manzo ne sono necessari 16 mila).
Ecco quindi l’importanza che ogni nostro gesto quotidiano sia più consapevole e possa contribuire davvero alla salute e alla salvaguardia del pianeta iniziando, come per esempio, non solo chiudere il rubinetto mentre ci spazzoliamo i denti ma scegliere capi di moda sostenibile in antitesi con prodotti della fast fashion* o addirittura riciclare i tuoi abiti per creare qualcosa di diverso che tu possa continuare a utilizzare e, credici,
RICICLI ti può dare una mano in questa pratica di allungamento della vita dei tuoi capi!

*Fast Fashion è la “moda veloce”, “usa e getta” che immette sul mercato di massa prodotti di design a prezzi relativamente bassi ed è causa di inquinamento, sia nella produzione di abiti che nello smaltimento dei tessuti sintetici, di lavorazione e contribuisce a creare condizioni di lavoro sfavorevoli nei paesi in via di sviluppo vedi il crollo del Rana Plaza di Savar in Bangladesh, nel 2013
Fonti: Sustainable Europe Research Institute-
Eleonora Cresci GREEN ME

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